lunedì 15 gennaio 2007

LIBRI : Wassily Kandinsky, Lo Spirituale nell'Arte

Scritto originariamente nel 1910, e ripreso in una seconda edizione nel 1912, Lo Spirituale nell'Arte di Wassily Kandinsky rappresenta uno dei più lucidi e fascinosi scritti sull'arte. Lo lessi tempo addietro per preparare l'esame di Storia dell'Arte Contemporanea ed in questi giorni l'ho riesumato, mantenendo così fede alla promessa fatta a me stesso subito dopo la prova orale, ovvero rileggere in seguito questo meraviglioso saggio. L'edizione in mio possesso è quella edita da SE e curata da Elena Pontiggia, docente di Storia dell'Arte Contemporanea presso l'Accademia di Brera (che non è la mia università, tengo a precisare), la quale ha apposto una bella postfazione in appendice al libro. Quella di Kandinsky è una disquisizione accorata e profonda, che congiunge riflessioni personali di impianto umanistico e trascendentale alla visionarietà della sua pittura astratta. Ed è proprio dalla ricerca di una pittura che sia libera da schemi preconfezionati ed accademici (Kandinsky era notoriamente in contrapposizione alla schematicità ed alla ricorrenza dei temi in ambito espressionista, movimento a lui coevo) che l'artista russo muove il suo trattato. La critica ad un'arte figlia del suo tempo, che una volta oltrepassata l'epoca in cui è sbocciata sedimenta inerme, incapace di aprire una breccia che lasci filtrare nuove pulsioni artistiche per il futuro. Per Kandinsky la profondità e la spiritualità, il senso interiore e la purezza dell'arte libera sono elementi irrinunciabili e basilari per far si che possa praticarsi quel moto ascensionale verso il vertice del triangolo acuto, geometria entro cui è rappresentata la vita spirituale dell'artista. Quello d'avanguardia sta proprio li, ovvero colui che si libera dalla schematicità del proprio tempo e appunto per questo è incompreso dalla base del triangolo, quella più ampia dove si trova la massa degli artisti accademici ed il loro pubblico. Man mano che i gusti si evolveranno ed il tempo possa dare ai più la capacità di comprendere il significato della sua arte, colui che vive al vertice inizierà la sua discesa, altri ne prenderanno il posto salendo verso l'alto. È forte il legame tra Kandinsky e la musica, in linea filosofica con l'opera d'arte assoluta declamata da Richard Wagner. Al vertice del triangolo musicale vi è ad esempio Arnold Schoenberg, il padre della dodecafonia, colui che rinuncia alla bellezza convenzionale di una forma già pronta per servirsi di tutti i mezzi che portano all'espressione dell'Io. Passaggio cardine del saggio è sicuramente l'accostamento tra strumenti musicali, i loro timbri ed i colori, ad inserrare così a doppia mandata l'amore per la musica del pittore. Ma si parla anche della forma che rappresenta gli oggetti, ne delimita lo spazio ed è autonoma, ripudiando così ogni adesione verso il tema. Kandinsky si sofferma sui problemi di composizione del quadro che deve puntare ad una sua organicità che scaturisca dalle vibrazioni dei suoni interiori. E ancora sui colori cha agiscono sulla nostra psiche, che fanno vibrare le corde dell'anima e che si suddividono in coppie di opposti, caldi/freddi, chiari/scuri. Dapprima gli accostamenti con gli elementi della natura (giallo colore della terra, blu del cielo, la loro mescolanza porta al verde, alla quiete) poiché anche i colori si muovono o sono immoti in uno spazio astratto, quello dell'anima (il giallo effettua un moto centrifugo, orizzontale verso lo spettatore, il blu centripeto, diametralmente opposto all'osservatore). Vi è quindi anche una componente cinetica nel colore, non solo melodica. Per Kandinsky lo spettatore, imbrigliato nella sua (nostra) epoca materialistica, è abile osservatore di orpelli esteriori, ma è incapace di vedervi una vita interiore. È questo il risultato ottenuto dal dilagare dell'arte auto-celebrativa, quell'arte rigogliosa di mezzi esterni ma povera di significati spirituali. Si parla dell'arte per l'arte, quella che non impoverisce nè arricchisce chi la osserva. L'aridità creativa ha come unica terapia la liberazione dalle catene generate dalla genuflessione alle formule già confezionate e che mira quindi ad un'arte assoluta, un'arte vera, un'arte pura, dove la sintassi è generata da regole interne alla sensibilità dell'artista e non al canone che sovrasta i movimenti artistici. La ricerca dell'arte dello spirito parte proprio da questo assunto.

È bello ciò che nasce dalla necessità interiore. È bello ciò che è interiormente bello.

3 commenti:

tina modotti ha detto...

Sono contenta di scoprire finalmente un ragazzo appassionato d'arte che non lo fa esclusivamente per cuccare donniciuole con pose da intellettuale bohemien.
Complimenti per l'intelligenza profonda, il buon gusto nello scegliere, la leggerezza nello scrivere e per la sincerità spietata su qualsiasi cosa e sempre.
ti voglio bene.
alissia

FeblueS ha detto...

Per me lo fa per cuccare, hai visto D ci sei cascata pure tu!
Hehehehehhehe
No, davvero, il marcantante è una persona ntelligente che sa il fatto suo su un bel pò di cose.....ma va f.......u!
Pump..a!
Ti voglio bene anch'io!
Un salutoeloustdh, fed

LocustStar ha detto...

grazie di cuore, anche se voi siete di parte :) cerco sempre di fare il mio meglio, con i mezzi che ho a disposizione, scorreggie comprese...prrrrrrr