domenica 4 gennaio 2009

SUBARACHNOID SPACE : Almost Invisible


Il liquefarsi delle tonalità dei colori, il mutamento continuo della materia delle cose, l'estensione ben oltre i delineati confini percettivi, è sempre rientrato in questi ambiti sensoriali la missione artistica dello space-rock. A sentirli i Subarachnoid Space sembrano la colonna sonora dell'immaterialità, dell'alterazione della luce, di una misteriosa alchimia tra la psiche umana ed il cosmo. Chi non è avvezzo a lasciarsi trasportare da magmi sonori che non concedono nessun punto di appoggio desista ora stesso. Almost Invisible è uno di quei preziosi gioielli sommersi di cui in pochi si sono fino ad oggi accorti. Ridefinire forme e strutture mescolandoli, non concedendo nulla alla melodia studiata a tavolino, lasciando che, come laser, le note saettino e si intersechino fino a conformarsi in oscure geometrie. I Subarachnoid Space, fin dalla loro ragione sociale (lo spazio subaracnoideo è situato tra due meningi dell'encefalo, l'aracnoide e la pia madre), manifestano l'intenzione di sussurrare alla psiche tramite caotici turbinii, frattali sonori che assumono ora una fisionomia, a breve un'altra. Il kraut-rock di Ash Ra Temple, Tangerine Dream e Popol Vuh, la visionaria interpretazione della psichedelia dei Pink Floyd dell'era Barrett (con i quali spartiscono la componente più solenne e spirituale avendo assorbito completamente l'anima ascetica di “Set The Control For The Heart Of The Sun”), tutto questo è filtrato attraverso la lente del quartetto di Portland, che ci assorbe definitivamente in un vischioso limbo dal quale si innalzano, subdole, sinuose colonne di fumo acido. L'irregolarità dei sentieri ritmici poi conferisce un'essenza del tutto naturale, ai margini dell'improvvisazione; non a caso l'album è stato interamente registrato durante due esibizioni della band nel '96 (le prime quattro tracce ad Oakland, le restanti due a Los Angeles). Agglomerati convulsi si muovono da capo a capo di enormi campi magnetici. I Subarachnoid Space ne osservano le andature, ne descrivono le evoluzioni.

(Relapse, 1997)
Shut Inside / Hidden Outside / Floating Above The Skyline / Below Any Border / Outlined In Rust / Calm Fever

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