martedì 13 novembre 2007

DAVID SYLVIAN & ROBERT FRIPP : The First Day


Il conciliabolo tra due assoluti titani della musica intelligente non poteva restare segreto, una cosa per pochi intimi. Le assonanze bibliche scorrono fluide: sette canzoni, un titolo eloquente dai chiari riferimenti alla settimana di alta ispirazione creativa di un fantomatico dio. Ma stavolta a salire sul podio divino sono questi due enormi musicisti che sin dall'iniziale funky sincopato su scale armoniche sbilenche di God's Monkey danno saggio, come se ci fosse da dimostrare ancora qualcosa, di cosa può accadere in incontri ravvicinati come questo. The First Day miscela in maniera estremamente naturale, quasi fosse cosa accessibile a tutti i comuni mortali, ricercatezza e sperimentazione formale con la fruibilità di melodie null'affatto scontate. Sylvian, col suo timbro ipnotico, giustappone con estrema classe parabole vocali che mettono in luce non tanto il virtuosismo quanto una necessità comunicativa funzionale al contesto, quindi ben amalgamata al tessuto sonoro, qui invero particolare. Dal canto suo, Robert Fripp immerge frippetronics e fiammeggianti schitarrate un pò ovunque, senza però rendersi invadente. E' l'osmosi perfettamente riuscita tra i due musicisti ciò che rende grande questo album. A sostenere i Nostri in tale avventura giungono Trey Gunn al basso e Jerry Marotta alla batteria, session-men che non credo abbiano bisogno di presentazioni. Firepower si dilata a tal punto da accarezzare lidi space-rock non prima però di aver assisitito ai proverbiali dialoghi della chitarra di Fripp nei numerosi botta e risposta, legando questo momento a memorie kingcrimsoniane. Ovvio che la band-madre del geniale chitarrista sia presenza fissa nel retroterra dell'opera ed il minaccioso riff di Brightness Falls ha qualcosina da riferirci a riguardo. Un pò come quando sopraggiunge 20th Century Dreaming, arzigogolato e poliritmico trip psichedelico che congiunge i Grateful Dead ad acide visioni kraut. Già questo basta per servire il definitivo colpo di grazia ed arrendersi di fronte a tale manna artistica discesa da chissà dove. Ma siamo solo al venerdì, ci sono ancora due giorni di mirabilie da descrivere. Gli oltre diciassette minuti di Darshan elevano al cubo la vena creativa congiunta dei due, rifinendo l'immutabile asse funky con fraseggi jazzati e gli immancabili frippertronics. Bringing Down The Light è l'alba del nuovo giorno, l'ultimo di questo mistico viaggio, contemplativo discendere di polvere solare in una calma avvolgente, quasi confortante e si ha come l'impressione che anziché formarsi, qualcosa si stia lentamente dissolvendo nell'etere. La creazione è finita e rimaniamo a bocca aperta, noi comuni mortali.

(Virgin, 1993)
God's Monkey / Jean The Birdman / Firepower / Brightness Falls / 20th Century Dreaming (A Shaman's Song) / Darshan ( The Road To Graceland) / Bringing Down The Light.

1 commento:

Anonimo ha detto...

aaaaaaaoooooo...
mi ero scordato dell'esistenza di questo blog...
e tra l'altro ci avevi anche linkati!

(ora aggiornalo però il link che siamo passati su wordpress!!!!)