domenica 18 febbraio 2007

THINKING PLAGUE : In Extremis


Certi gruppi non hanno la minima intenzione di concedere appigli all'ascoltatore che, irretito in un microcosmo di note come meteoriti che galleggiano e strutture che si sfilacciano, riesce a fatica a venire a capo di lavori tanto urticanti ed obliqui quanto dannatamente affascinanti. I Thinking Plague rientrano pienamente nel manipolo di ensemble che tutto danno al di fuori di certezze nei loro album. Sorti in Colorado nel 1981 con In Extremis superano nel 1998 l'ostacolo della terza prova in studio raggruppando composizioni scritte durante tempi diversi nel corso degli anni Novanta con una line-up differente dall'originale. Con schieramento a sette elementi (con una lista interminabile di compartecipazioni), i Thinking Plague appaiono sin da subito destabilizzanti, inoltrandosi in stranianti immaginari fiabeschi, ma di quelli con un finale tutt'altro che lieto (Kingdom Come lascia poco spazio a sorrisi, così come Maelstrom). Il telaio melodico è letteralmente lacerato, fatto a brandelli in continue asperità che smantellano progressivamente ogni nucleo tonale. La voce di Deborah Perry, intrisa di un'innocenza solo apparente, si staglia su di un sì tortuoso percorso strumentale in maniera istrionica, seguendone l'andazzo politonale con estrema naturalezza. La disintegrazione delle normali concezioni compositive conduce i Nostri a mettere nero su bianco l'odissea Les Etudes D'Organism, dove gli insegnamenti della scuola prog-jazz di Canterbury vengono sgretolati e metabolizzati secondo le esigenze del genio del gruppo, che si lancia in spericolate digressioni dall'animo circense. Quel che maggiormente colpisce dei Thinking Plague è la bravura nel non essere esplicitamente maligni, ma di strisciare velenosi, permeando le proprie composizioni, anche quando queste sembrano scanzonate, di un'inquietudine subliminale, avvertibile solo ad un livello inconscio. Un po' come se si estraessero le viscere metalliche agli Sleepytime Gorilla Museum. L'attitudine grottesca, a tratti quasi grandguignolesca, è la stessa.


(Cuneiform, 1998)

Dead Silence / Behold The Man / This Weird Wind / Les Etudes D'Organism / Maelstrom / The Aesthete / Kingdom Come

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