domenica 1 aprile 2007

SOUL COUGHING : El Oso



È un vero peccato che il passaggio dei Soul Coughing nel panorama musicale non sia stato notato da una porzione di pubblico maggiore di quella che, invece, rivolse loro la propria attenzione. Forse il fatto di essere assolutamente inclassificabili e (fin troppo?) originali li ha estromessi da un audience per certi versi ingrato. Nati a New York nel 1992 per volontà del singer Mike Doughty, mente del progetto, il quartetto giungerà solo nel 1994 all'esordio col singolare "Ruby Vroom", già sotto l'egida del colosso Warner Bros. E non è difficile cogliere la particolarità della loro proposta: suoni strambi per un pop che si intreccia col jazz e col funky, dando vita a canzoni sghembe, quasi stralunate. Due anni più tardi è la volta di "Irresistible Bliss" che segna un piccolo passo indietro, almeno sotto un profilo prettamente qualitativo (nonostante contenga uno dei loro episodi migliori di sempre, "Sugar Bon Bon"). La definitiva maturità dei Soul Coughing giunge nel 1998 con l'epitaffio El Oso, perfetto compendio di un cammino evolutivo che arriva ad una solidità nella scrittura prima di allora non conquistata e ad una precisa ricerca nei suoni che sono elemento fondamentale nell'impianto del gruppo e principalmente di quest'opera. Ogni song si sviluppa su una semplicissima idea di base che ne informa completamente l'asse di svolgimento. C'è una linearità costante nel fluire dei brani, con un ricorso perenne alle reiterazioni di segmenti melodici, versi brevi che giungono fluidamente ai chorus. Quindi canzoni concise, senza sbrodolamenti di nessun tipo. È così che si raggiunge la perfezione di Rolling e St.Luoise Is Listening, momenti in cui gli arrangiamenti sono di profonda importanza per non rendere banali idee sostanzialmente molto agili. La batteria è quadrata, scandisce i tempi con quel rullante metallico caratteristico dei Soul Coughing, andandosi ad intrecciare con traiettorie di basso sbilenche e cariche di groove, un groove a momenti hip-hop (influenza palese anche nel modo di cantare di Doughty, che ricorre spesso a dei rap leggermente modulati). I meccanici stridori di Misinformed e Houston sembrano venuti fuori da uno di quei videogiochi tipici degli anni '90, Circles è una perfetta hit per un'estate calda e pigra, frizzante e frivola con la sua apparente ingenuità melodica. In Blame pare che il basso si sia tramutato in un elastico, si allunga e ritorce su se stesso, mentre al di sopra il motivo si ripete come un'ossessione. Maybe I'll Come Down rivolge tutta la sua sinuosità col suo incedere svogliato, il pianoforte a dare più colore ad un arrangiamento parecchio scarno. $300, Monster Man, I Miss The Girl portano in seno un'aria minacciosa ed incalzante, complici le ritmiche drum'n'bass a sostegno. Pensacola è invece sussurrata, evanescente nel suo essere quasi assente per una buona metà, The Incumbent è un rap à la Beck, a tratti anche spigoloso. La band deciderà di cessare la sua ttività nel marzo del 2000. Qualcuno si darà al cinema indipendente (Mark de Gli Antoni - tastiere ed effetti), chi formerà nuovi progetti (gli UV Ray del bassista Sebastian Steinberg e del batterista Yuval Gabay), chi porterà avanti una carriera solista sempre relegata all'underground (Doughty ha finora pubblicato il non esaltante "Haughty Melodic" nel 2005). Nel 2002 uscirà un ottimo greatest hits, "Lust In Phaze", buona scusa per approcciarsi in maniera quasi completa al discorso sonoro del four-piece statunitense. Che verrà ricordato come una tra le entità migliori degli anni novanta, quantomeno nella sperimentazione in fatto di canzone pop, un gruppo interessante e divertente, da (ri)scoprire senza alcun indugio. Chi ha apprezzato gli Skeleton Key di "Obtainium" non può non rintracciare l'etimo della proposta proprio tra questi solchi.

(Warner Bros, 1998)
Rolling / Misinformed / Circles / Blame / St. Luoise Is Listening / Maybe I'll Come Down / Houston / $ 300 / Fully Retractable / Monster man / Pensacola / I Miss The Girl / So Far I Have Not Found The Science / The Incumbent.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Suono jazz ma ascolto e adoro questa fantastica band purtroppo poco conosciuta.